ARTETERAPIA E ALZHEIMER: NODI E LEGAMI D'AMORE | INCONTRO DIMOSTRATIVO CON LE FAMIGLIE

Ciò che è considerato terapeutico nell’arteterapia per i soggetti colpiti da Alzheimer è il coinvolgimento della parte ancora funzionante del Sé, dove la creatività richiede un impegno di tipo attivo e personale. L’arteterapia per Alzheimer, dunque, risulta essere un contenitore all’interno del quale è possibile procedere verso il rinforzo dell’individualità e dell’autostima, attraverso la valorizzazione delle capacità residue.

Impegnandosi nello sforzo creativo stesso, il soggetto, il cui l’Io è meno integro, ha l’opportunità, con l’aiuto dell’arteterapia, di riattivare modalità di funzionamento più valide ed incisive o di creare dei nuovi sentieri verso la costruzione di nuove possibilità, laddove non esistevano in precedenza, come nel caso di persone affette da deficit cognitivi come nelle demenze. Attraverso l’arteterapia per Alzheimer è possibile, dunque, stimolare nel paziente la reintegrazione di nuovi equilibri, fornendo aggiustamenti e compensi a livelli semplici, ma utili a favorire un cambiamento. I comportamenti, spesso abnormi dei pazienti con Alzheimer, talvolta imprevedibili, sono il terreno su cui lavorare: essi, all’interno di un laboratorio di arteterapia per Alzheimer, vengono visti come tentativi di risposta a stimoli interiori ed ambientali che il soggetto percepisce in modo diverso dalle persone normali. Come afferma Gabbard: “In molti pazienti senili con demenza tipo Alzheimer, la tragedia della malattia è che la consapevolezza di sé può rimanere intatta mentre si deteriorano tutta una serie di facoltà mentali. Poiché la memoria recente tende ad essere sacrificata prima della memoria remota, molti pazienti riescono a ricordarsi bene di com’erano, il che rende il loro attuale stato di cattivo funzionamento ancora più disturbante. La continuità del Sé nel tempo dipende in larga misura dalla capacità di memoria. Quando i ricordi remoti iniziano a svanire via via che la malattia progredisce, l’identità del paziente comincia a scomparire insieme ai ricordi. Infine il paziente non riesce a riconoscere le persone care e i familiari e non riesce più a ricordare gli elementi significativi della sua vita” (Gabbard, 1999).

Vi aspettiamo presso la struttura Opera Padre Kolbe il 24 Aprile 2018 alle ore 18:30